22/08/07

Uno scandalo di nome PANAF

Grazie a Martina una ragazza che collabora con il sito www.1922criminalmagazine.info di Bernardo Ferro posso ampliare il mio blog con una nuova tematica sui bambini e sensibilizzare ulteriormente la vostra attenzione ad un nuovo problema: TRAFFICO DI MINORI.

All'interno del post potrete trovare l'articolo

5 commenti:

Gianny ha detto...

Girando su internet non si riesce atrovare molto riguardo la Panaf ma per ora pubblico quello che ho trovato:

Avete un bimbo un pò fastidioso e pochi soldi per blandirlo a colpi di cioccolato e suonerie per telefonini? Vendetelo in Nigeria e rifatevi una vita. Tutto perfettamente legale. E non crediate di essere dei mostri. Se volete eccedere c'è anche la possibilità di mandare il piccolo rompiscatole in vacanza in Mozambico, dove ve lo squartano, ne vendono i pezzi di ricambio e vi pagano la vostra percentuale su una banca di vostro piacimento. Esentasse. Già vi vedo con gli occhi increduli: ma che dice sto scemo? Se non mi credete telefonate allo 001-770-4399809. Risponde il Panaf Nite Club di Doraville, in Georgia (Stati Uniti). L'addetto allo smistamento si chiama Ugo Onyemaobi, ed è uno che non scherza, abituato a scelte impopolari. E' lui, novello Salomone, a decidere sulla sorte dei pargoli: chi è carino, a prescindere dal sesso, viene affidato ad intermediari per pedofili russi e arabi. Chi è bruttino, a prescindere dal sesso, è destinato alle guerre d' Africa, alle miniere di diamanti o alla schiavit� in Arabia Saudita. Il Panaf è collegato con una potente organizzazione di nigeriani e liberiani che prospera nelle città di Doraville, Marietta, Stone Mountain e Peachtree City - bei nomi pieni di dolcezza in una terra diretta col pugno di titanio da estremisti cattolici di tutte le razze, divisi in sette apocalittiche da far rabbrividire un mujaheddin. Le ditte che si occupano della "trasposizione della massa lavoratrice" si trovano soprattutto in Africa: in Nigeria e Liberia, ma anche in Senegal, in Guinea, in Ghana, in Sierra Leone, in Libia. A coordinarle ci sono due gentiluomini d'altri tempi: Eugene Opara (proprietario del Panaf, referente dello stato federale nigeriano di Imo per gli Stati Uniti d'America e segretario particolare dell' ex dittatore liberiano Charles G. Taylor) e Foday Saybana Sankoh, generalissimo del RUF (Revolutionary Unity Front, un esercito mercenario che difende i comuni interessi libici, americani e russi nei campi di diamanti disseminati tra la Sierra Leone e la Liberia), che abita in una suite all' Hotel Deux Fevrier a Lomè, la capitale del Togo. Potete vendere i vostri scavezzacolli senza preoccupazioni legali. Se volete eccedere in prudenza, dopo averli consegnati, potete denunciarne la scomparsa all'assicurazione ed alla polizia. Dato che l' Unione Europea non ha ancora reso obbligatori i chips elettronici iniettati nel collo (ci sono, li fanno una società legata alla famiglia di Bin Laden ed una società tedesca fondata dal regime nazista nel 1933), nessuno potrà mai rintracciare il minore. Se sopravvive, avrà imparato una severa lezione sulla vita, le buone maniere, molta disciplina, ed avrà un mestiere sicuro per la futuro.
Se ci sono società italiane che aiutano? Capisco, certo, non siete molto familiari con le lingue straniere... Non è il caso di farne una malattia. A prescindere dal fatto che molti impiegati libici parlano fluentemente l'italiano, c'è una societuccia somala che appoggerebbe l'organizzazione di questi soggiorni di studio per bimbi che rompono. La gestisce a Mogadiscio un cugino di Said Omar Mugne - un vecchio amico di Bettino Craxi, da lui e dai suoi incaricato di portare la pace (a cannonate) e la prosperità (seppellendo materiali radioattivi nelle campagne somale) deell'ex colonia italiana. Secondo la procura della Repubblica di Brescia, Beretta rifornirebbe (involontariamente) Al Qaida in Iraq con le pistole dismesse dei servizi segreti italiani.

Da internet risulta che questo articolo è stato scritto dal Sign. Paolo Fusi e se tutto ciò risulta essere vero chiediamoci effettivamente il perchè di questo silenzio. Vi esorto a lasciare commenti per ampliare questa discussione

vichi ha detto...

Caro gianny,
io sono alquanto dubbioso sulla notizia in questione.
Il traffico di organi e di bambini in particolare, infatti, costituisce l'argomento principe delle bufale che periodicamente girano sul web.
Cmq, potresti al limite scrivere a repubblica o L'espresso e vedere cosa ne pensano.
Ti giro un articolo che sembra smontare la notizia, r soprattutto che fornisce di Paolo Fusi un ritratto non lusinghiero.

"Certo, quando i media tradizionali a volte non danno un'informazione, a volte si tratta di autocensura, dovuta a pressioni politiche o economiche. Quindi ben vengano i canali di informazione alternativa. Però a volte i media tradizionali non danno un'informazione semplicemente perché non è affidabile, e invece i canali di informazione alternativa la diffondono incautamente.

È successo recentemente con un articolo intitolato "Uno scandalo di nome PANAF", uscito nel numero di aprile 2006 della rivista Valori diretta da Andrea di Stefano, dove l'autore, Paolo Fusi, parla di un traffico di minori che avrebbe come perno il PANAF, un night-club della Georgia. Fusi nomina anche la persona che - secondo lui - sarebbe lo smistatore di questo traffico, e dà il numero di telefono del night. Paolo Fussi non da però nessuna indicazione sulle fonti delle sue affermazioni, né spiega con quale metodo le avrebbe ottenute.

Veramente esiste un altro articolo, più lungo, ma con una sezione che contiene le stesse accuse, e che è altrettanto privo di indicazioni sulle fonti e sulla metodologia: "Kinder sind wie Gold" ("I bambini sono come l'oro", a pagina 22 del numero di aprile 2006 (PDF) di Kuturrausch (rumore culturale). È firmato "Die Güte Üte", ma questo non significa che Paolo Fusi abbia fatto un plagio: le due riviste sono uscite contemporaneamente e Paolo Fus è citato nell'impressum di Kulturrausch, quindi è più verosimile che "Die Güte Üte" sia il suo nom de plume. Scelta interessante, però: c'è una filastrocca goliardica che recita "Die gute Ute mit nasser Fute gerne möchte befummelt werden" (la brava signora dalla fica bagnata vorrebbe farsi palpottare).

Vabbé, i fantasmi erotici di Paolo Fusi sono affari suoi. Tornando all'articolo italiano: Valori, contrariamente a Kulturrausch, non offre liberamente online la sua versione PDF del suo ultimo numero. Però qualcuno ha pensato bene a metterlo sul sito dell'A.GIT.A Associazione degli ex Giocatori d'Azzardo e delle loro famiglie, del tutto rispettabile per altri versi.

E l'articolo di Fusi è stato ripreso da disinformazione.it, con un link alla loro pagina "bambini" - però l'URL del link è http://www.disinformazione.it/paginaadhd.htm . Ora l'ADHD (Attention Deficit and Hyperactivity Disorder) è un cavallo di battaglia della "Citizens Commission on Human Rights", un organo della Chiesa di Scientologia. E in effetti, da quella pagina si arriva a un articolo di Marcello Pamio (che gestisce disinformazione.it), ADHD: Scusate il disturbo, che riprende tali quali le accuse al trattamento psichiatrico dell'ADHD mosse dalla CCHR. Pamio è anche l'autore di Il lato oscuro del Nuovo Ordine Mondiale, dove riprende le tesi degli ultranazionalisti di estrema destra americani che hanno inventato la congiura del New World Order. Tipo i miliziani per i quali Bush è un pericoloso communista.

Poi vari blogger, anche stimabili militanti di sinistra, sono partiti lancia in resta contro lo "scandalo della censura" dell'articolo di Fusi da parte dei media tradizionali. Uno di loro sta raccogliendo addirittura nome, cognome e città di chi vuole unirsi alla protesta.

Uè, compagni, non è per forza vero tutto quel che viene rifiutato dai media tradizionali. Oltre alla totale assenza di riferimenti sia nell'articolo firmato Paolo Fusi, sia in quello del suo presumibile avatar femminile tedesco, c'è anche la nota biografica in calce a un suo articolo pubblicato su Infopino.ch (un portale casareccio ticinese dove tutti possono scrivere) nel 2003, dove vantava di avere "collezionato 93 denunce per diffamazione perdendo in quattro occasioni". Le querele in diffamazione collezionate dal Sunday Times perché si ostinava a indagare sulla responsabilità di Distillers and Co, il produttore della talidomide che faceva nascere bambini senza braccia né gambe (focomelia) quando veniva presa da donne incinte erano rispettabili. Ma non è rispettabile tutto quel che viene querelato per diffamazione."

link: http://www.digitaldivide.net/blog/claude/posts?Month=05&Year=2006

Marla ha detto...

Quando si leggono articoli cosi precisi su una situazione, o si vedono i films;la prima cosa che salta alla mente é "NON PUO ESSERE VERO"... anche se nel fondo sappiamo che sta succedendo... ma cosi ci nascondiamo per allontanarci di una realtá cosi mostruosa... Giá basta di rimanere fuori... che stiamo aspettando? che succeda piú vicino di noi? Dobbiamo reagire adesso e l' unica maniera di cambiare o disminuire la crueltá del mondo é combattendo uniti e con il cuore in mano... essendo coscenti che non é solo un articolo o un film, é il mondo dove stiamo vivendo....

Anonimo ha detto...

In uno stato democratico i commenti non possono essere vagliati da un moderatore, questo significa "censura" non voglio credere che questo blog sia un blog censurato. Non vorrei inserire questo blog in una lista di blog da me segnalati come censurati. Distinti saluti
Avvocato Mario Santarelli

Gianny ha detto...

Avvocato Santarelli ha perfettamente ragione ma io per ora ho un grossissimo problema. Non ho mai creato un blog. L'ho aperto solo ora e ne capisco molto poco di come funziona, tanto è vero che per errore ho cancellato un commento ed ho scritto al diretto interessato per scusarmi e le ho chiesto di rispedirmi il commento. E' inutile dirle che le scuse sono state accettate e mi hanno invitato a collare sul proprio blog. Accetto di vero cuore la critica e la ringrazio. Spero di riuscire a capire pian piano anche come togliere la moderazione ai commenti. Comunque tutti i commenti sono stati pubblicati in quanto questo blog non ha nulla di politico e non ha scopi di lucro (infatti se ci fà caso non ha neanche pubblicità) ma ci sono solo proposte di libri, films e articoli di associazioni. Quindi nasce solo per sensibilizzare sempre di più a tematiche sociali di qualsiasi tipo e senza discriminazione. Sono sicuro che capirà la mia ignoranza in merito ed accetterà le mie scuse.
Cordialmente Giovanni De Luise