28/07/07

STOP ALL'INFIBULAZIONE


In molti paesi del mondo la donna è ancora considerata una creatura inferiore all’uomo. Tra le pratiche di schiavizzazione e sottomissione della donna, una delle più terrificanti, ma purtroppo ancora perpetrata, è quella dell’ INFIBULAZIONE. Questo rito barbarico nega i principi stessi che sono alla base dell’essere donna. La femminilità e la procreazione.Si è stimato che, a livello mondiale, tra i 100 e i 132 milioni di ragazze e donne abbiano subito mutilazioni genitali.Queste pratiche vengono realizzate, sotto il tacito assenso dei governi locali, in quaranta paesi, inclusi Italia e Stati Uniti, con una media di due milioni di nuovi casi all’anno.Ma resta l’Africa a detenere il triste primato di donne infibulate.
All'interno troverete la spiegazione di questa macabra parola.
Tengo molto affinchè lasciate un commento, così saprò per certo che questa realtà non è passata inosservata.

6 commenti:

Gianny ha detto...

L’Infibulazione comporta l’asportazione del clitoride, delle piccole e grandi labbra. La “Cerimonia” è fatta da sole donne e il taglio dei genitali è compiuto da un’anziana, di solito unica nel villaggio. Tale “esperta” per siffatta operazione richiede ingenti somme, così le famiglie povere sono costrette ad indebitarsi, perché per loro avere una figlia con i genitali integri è una condanna all’esilio dalla società.
La bambina è tenuta immobile e con le gambe divaricate da altre donne, tra cui la stessa madre. Il taglio viene fatto senza alcuna precauzione anestetica o disinfettante, l’incisione è compiuta con lama di coltello, un paio di forbici, un pezzo di vetro affilato o una scheggia di metallo. Le gravi ferite sono suturate a seconda della tradizione con fili di seta o spine di acacia. Per cicatrizzare le ferite si usano delle sostanze naturali come il tuorlo d’uovo, succo di limone, miscugli d’erbe o delle ceneri che provocano infezioni anche mortali. Finite l’incisione e la cucitura, i genitali appaiono come quelli delle bambole di plastica. Inesistenti. Le gambe vengono legate ed immobilizzate per alcune settimane per permettere alla ferita di guarire. La cosa più atroce per le “neo donne” è urinare. Il bruciore dell’urina sulla ferita è terrificante. Se la povera creatura sopravvive alle infezioni e al dissanguamento è considerata “sessualmente pura”. In questo modo la ragazzina non avrà desiderio sessuale e sarà scucita soltanto una volta sposata. E il dolore, anziché il piacere, della sua notte di nozze le ricorderà per l’ennesima volta che prezzo si deve pagare per essere donna. Proprio il dolore accompagnerà ogni momento della sua vita, diventando veri incubi fisici fatti naturali quali il ciclo mestruale, i rapporti sessuali, le gravidanze.
Tale usanza ha avuto origine nell’antico Egitto. Secondo una leggenda, gli dei erano dotati di una natura bisessuale, natura ereditata dagli umani. Segni di questa doppia natura sono il prepuzio nell’uomo e il clitoride nella donna. Soltanto eliminandoli, uomo e donna avrebbero recuperato la loro vera natura. Comunque il clitoride rimane uno degli organi umani più demonizzati. Fonte del piacere femminile, è sempre stato temuto ed osteggiato. Per assicurarsi la fedeltà e l’integrità della propria donna si giunge a privarla del suo diritto ad essere padrona del suo corpo.
Negli ultimi decenni si è innescato tuttavia un mutamento culturale, che ha visto anche il progressivo coinvolgimento dell’opinione pubblica mondiale. Oggi molti paesi hanno promulgato leggi contro l’infibulazione. In Egitto ed in Ghana v’è una legislazione specifica. Eppure questo è da considerarsi un problema globale, che coinvolge anche l’Europa. Ormai sono molte le comunità straniere che hanno importato suddetto rito in Occidente. Le legislazioni si sono adeguate. I sistemi normativi più avanzati reputano le mutilazioni genitali femminili un reato contro i diritti della persona.
In Italia, dove vivono 38000 donne escisse, non esiste ancora una normativa ad hoc che le proibisca. Secondo l’art. 582 del codice penale, l’infibulazione rientra tra le ipotesi di lesioni gravissime; come tale, punibile con condanne fra i 6 e i 12 anni. Questo rischiano i medici che praticano le mutilazioni genitali nel nostro paese. Infatti, tale operazione, non complicata da un punto di vista chirurgico, può allettare economicamente, assurgendo a vero e proprio business. Il costo medio è sui mille euro.
Ma proibire non è sufficiente. Le campagne contro le MGF sono rischiose se si fermano a livello legislativo: potrebbero spingere ad interventi clandestini o a riportare le bambine nei paesi d’origine. Cosa che è accaduta ripetutamente in Gran Bretagna. Occorre al contempo una formazione, basata sul dialogo transculturale, degli operatori sociali ( assistenti, medici, insegnanti) e delle dirette interessate, le quali devono essere rassicurate sull’esistenza di centri specializzati e di normative adeguate.

Eliana ha detto...

Come donna non posso che essere contraria a queste tradizioni. E' vero che ogni cultura è unica e va custodita ma la barbarie non può essere tollerata. L'infibulazione è un qualcosa di degradante non solo per le donne che la subiscono ma anche per tutti coloro che la praticano e tollerano.

Gianny ha detto...

Save the Children ha avviato dal 2001 il “Progetto per la prevenzione delle pratiche tradizionali dannose”.

Ho aggiunto nel blog il loro indirizzo dove potrete ricevere maggiori informazioni in merito.

Gianny ha detto...

La testimonianza
“Ho avuto la mia bambina nel 1974 quando avevo 15 anni. Sei giorni dopo la nascita l’ho circoncisa. Sapevo come fare. Avevo visto mia sorella fare la stessa cosa. Ho praticato l’infibulazione a centinaia di bambine. Ero rispettata per il mio coraggio e le mie capacità. Le mie due sorelle più piccole non sono state circoncise. Le mie figlie maggiori avevano sentito dire che fosse pericoloso e hanno iniziato a lamentarsi e a brontolare finché ho smesso. Ho eliminato i miei strumenti e sono diventata un’ostetrica. Uso i guanti e le persone apprezzano la mia professionalità e pulizia. Sì, sono felice di fare qualcosa di buono adesso. La mia vita è migliorata”, Zemetu Tawe, 46 anni.

Anonimo ha detto...

Riguardo l'argomento consiglio la visione di "Mooladé" , ultimo capolavoro del regista e padre della cinematografia africana Ousmane Sembene, scomparso di recente.

Anonimo ha detto...

Vorrei segnalare che tali pratiche, infibulazione, mutilazione, ecc. sono presenti anche in Europa, soprattutto nella comunità somala, e ovviamente con la complicità di operatori sanitari. Vorrei dire che è nostro diritto/dovere immischiarci soprattutto quando tali pratiche avvengono sul territorio europeo, tant’è vero che in Europa alcuni paesi già sanzionano l’FGM (Female Genital Mutilation) come crimine. Su questa strada si sono già incamminati o lo stanno per fare anche alcuni paesi africani. Sull FGM in Europa consiglio “Figlie del dolore” di Dirie Waris, una che ovviamente conosce personalmente la questione. I libri di Dirie raccontano anche come la pratica è vissuta dalle donne che la subiscono sulla propria pelle. Grazie, Bernardo Ferro www.1922lasegretissima.blogspot.com